Il progetto punta alla salvaguardia ambientale mediante l’utilizzo di nuovi materiali naturali che possono essere sintetizzati facilmente ed impiegati nel trattamento di acque reflue.
Mariam e Fabio creano delle pastiglie di saponite ovvero un materiale con morfologia lamellare e una superficie adsorbente molto estesa, capace dunque di sequestrare un grande quantitativo di inquinante sul suo strato esterno e nelle porosità interne. Le pastiglie si distinguono in base alla quantità di acqua impiegata nella sintesi e sono capaci di adsorbire nell’arco di circa un giorno un’elevata percentuale di molecole contaminanti.
Vengono eseguite prove di contatto tra i pellet di saponite e altri materiali adsorbenti reperibili in natura come la bentonite con una soluzione di rodamina B presa come modello di inquinante standard. Si possono così misurare le concentrazioni adsorbite con una semplice spettroscopia UV visibile grazie alla natura colorata della soluzione campione.
I risultati evidenziano che le saponiti sintetizzate hanno una percentuale adsorbente molto superiore ad altri materiali esaminati e, poiché una delle maggiori fonti di inquinamento proviene dall’industria, i due giovani propongono di valutare l’applicazione in tale settore; infatti grazie ad un investimento relativamente poco oneroso a livello economico ed energetico, l’utilizzo di questi pellet può risultare un ottimo motivo per incominciare ad incamminarci verso un mondo più pulito grazie alle numerose risorse che ci mette a disposizione la Terra.