La concentrazione di CO2 in atmosfera ad ottobre 2018 è risultata pari a 406 ppm; si stima che nell’anno 2100 potrebbe essere superiore ai 541 ppm. Lo scenario che ne deriva è caratterizzato da forti mutazioni climatiche che potrebbero implicare gravi ripercussioni sulla salute degli ecosistemi.
In questo panorama si inserisce il progetto di Arianna, Daniele e Matteo volto ad escogitare nuove strategie per la cattura dell’anidride carbonica. Il lavoro nasce dall’esigenza di voler attuare concretamente un percorso di sostenibilità ambientale valorizzando il territorio e i prodotti di scarto della filiera risicola, costituiti da circa il 20% di lolla. Lo studio valuta la possibilità di utilizzare le ceneri di combustione della lolla di riso molto ricche in silicio per la successiva trasformazione in materiali funzionalizzati adatti alla cattura della CO2.
Vengono utilizzate tre diverse tipologie di lolla provenienti da tre aree di produzione risicola. I processi di combustione sono realizzati con tre diverse temperature (500, 600 e 700 °C) in presenza di aria e in atmosfera modificata. Le diverse tipologie di cenere sono destinate una parte ad un processo di funzionalizzazione della silice in esse contenute con Mono Ethyl Amine (MEA), Di Ethyl Amine (DEA) e Poly Ethylene Imine (PEI) a diverse % peso, ed una parte ad un processo di attivazione del carbonio con KOH. Sui diversi campioni ottenuti vengono inviate quantità note di CO2 (con opportuna rampa da vuoto) e studiati I processi di fisisorbimento e chemisorbimento attraverso spettrofotometria FTIR.